San Sepolcro in provincia di Arezzo Toscana
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Toscanabella @ www.toscanabella.com | Marco Gambassi

Comune di San Sepolcro

provincia di Arezzo

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SAN SEPOLCRO

Il territorio del comune di Sansepolcro si estende per un'area di 91,48 kmq al confine sud - orientale toscano, tra la riva sinistra del Tevere e l'Alpe della Luna sullo spartiacque appenninico. Libero comune, quindi sede di capitanato nello stato mediceo. Sansepolcro (già denominata Borgo San Sepolcro), come vuole la tradizione, si sarebbe sviluppato all'inizio del X secolo intorno a un oratorio, sono sui luogo dove due pellegrini provenienti dalla Palestina. avevano deposto alcune reliquie del Santo Sepolcro In origine terra di proprietà dei benedettini, che qui avevano fondato un'abbazia (1012), poi passata ai camaldolesi nella seconda metà dei XII secolo) solo nella. prima metà del XIII secolo riuscì a riscattarsi dalla signoria degli abati divenendo libero comune, seppure sotto la larvata autorità degli aretini, i quali arrivarono ad annetterselo ufficialmente al tempo di Uguccione della Faggiola, nel 1301. Dal 1318 Sansepolcro passò prima sotto la signoria di Guido Tarlati e poi sotto quella di suo fratello Pier Saccone, fino a quando una lega di ghibellini, capeggiata da Neri della Faggiola e dai conti di Montefeltro e di Montedoglio, conquistò il centro (1335), che fu così annesso al comune di Perugia per la durata di sedici anni. Tornato sotto il dominio di Pier Saccone nel 1351 e quindi di Neri e Francesco della Faggiola fino al 1357 (dopo un terremoto che nel 1352 lo aveva quasi completamente distrutto), fu conquistato da Città di Castello fino a quando Guglielmo di Grisak, quale rappresentante della Santa Sede, cedette Sansepolcro a Galeotto Malatesta, signore di Rimini (1370). Divenuto feudo dal 1430 al 1440 prima di Niccolò Fortebraccio - che lo ebbe per privilegio papale - poi di Bartolomeo d'Alviano e quindi di Niccolò e Francesco Piccinino, nel 1441 Sansepolcro passò definitivamente sotto il dominio di Firenze, che lo comprò per 25.000 ducati da papa Eugenio IV. Divenuto sede di capitanato, visse alle soglie dell'età moderna un periodo di forti tensioni per lo scontro tra le sue due principali famiglie dei Graziani e dei Pichi e per l'insofferenza aperta mostrata nel dover dipendere da Città di Castello come sede diocesana. Finalmente nel 1515 fu elevato a sede vescovile da Leone x, assurgendo così al rango di città e rivestendo un ruolo di grande importanza strategica nello stato fiorentino come avamposto ai confini con lo stato pontificio e il Montefeltro. Dopo aver conosciuto un periodo di decadenza, fra il 1670 e il 1723, Sansepolcro cominciò lentamente a rifiorire (malgrado due disastrosi terremoti che lo colpirono nel 1781 e nel 1789) durante il governo dei Lorena, i cui rappresentanti dettero l'avvio a importanti lavori di bonifica che permisero finalmente il popolamento di parte del territorio fino ad allora insalubre. Sansepolcro ha dato i natali a Piero della Francesca (1420 ca.-1492). Fino dai secoli passati Sansepolcro si è caratterizzato come un importante centro agricolo e manifatturiero: già nel Quattrocento erano assai fiorenti l'industria e il commercio della lana (fornita dagli allevamenti diffusi in questa regione sin dal Medioevo), e della seta, mentre particolarmente redditizia era la coltura del guado, da cui veniva estratta una sostanza color indaco usata per la tintura dei panni. Col passare del tempo queste attività illanguidirono, per cessare poi quasi del tutto in periodo napoleonico. Accanto agli artigianali "veli borghesi" (cioè veli di cotone) e alla lavorazione casalinga della canapa e del lino per la produzione di tele e pannine, nel corso del XIX secolo cominciò a rivestire notevole importanza la coltura e la lavorazione del tabacco e grande rilievo assunse l'industria alimentare con la nascita di un pastificio nel 1827; vi veniva inoltre lavorato il legno, c'erano una cartiera e fabbriche di cappelli di pelo, terraglie, bullette. Attualmente l'agricoltura, che ha una sviluppata produzione di grano, tabacco, patate, mais, uva da vino e olive, riveste comunque un ruolo subalterno rispetto all'attività industriale nel settore alimentare - dolciario (Buitoni - Perugina), dei manufatti per l'edilizia (prefabbricati in calcestruzzo, conglomerati in plastica e mattonelle), delle confezioni, delle calzature, delle terrecotte, del mobilio e del tabacco con due moderni centri di essiccazione a Santa Fiora e a Trebbio. Recentemente si è sviluppata anche una consistente industria di autotrasporti. L'artigianato è orientato verso la lavorazione dell'oro, la produzione di tele e merletti e annovera anche, singolare attività, la fabbricazione di balestre. Il commercio, assai intenso, riguarda in special modo i cereali, la lana, il formaggio, il vino, il bestiame (bovino e ovino), l'avicoltura e i legni pregiati. La popolazione totale del comune raggiunge le 15.695 unità nel 1991, con una densità di 172 abitanti per kmq. Per quanto riguarda le epoche precedenti, Sansepolcro contava 8.423 abitanti nel 1551 scesi a 4.299 nel 1745; nel corso dell'Ottocento la popolazione del comune aveva avuto un costante incremento passando dalle 6.261 unità del 1830 alle 8.238 del 1881. Nel 1936 risiedevano nel territorio 10.924 abitanti, divenuti 12.644 nel 1951; nel 1961 la popolazione totale aveva raggiunto le 14.586 unità, per toccare l'apice nel 1971 con 15.549 unità, mentre il censimento del 1981 ha fatto registrare una situazione pressoché stazionaria con 15.486 abitanti.

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